06 Apr Ritratti di famiglia ieri e oggi: ecco come i selfie fanno evolvere un rituale antico
In tutte le famiglie, specialmente quelle di oggi in cui, molto spesso, i componenti vivono sparsi in più posti del mondo, immortalare un momento di riunione è un desiderio, oltre che un vero e proprio rituale, per conservare un ricordo dei propri cari.
Family portrait of a happy family in the park[/caption]
Ma cosa accadeva quando immortalare l’attimo non era così facile? Oggi i nostri strumenti, i cellulari e vari device mobile che abbiamo praticamente tutti a disposizione, ci permettono di scattare senza problemi centinaia e centinaia di fotografie di famiglia, ma non è stato, chiaramente, così nelle diverse epoche del passato.
Ritrarre il proprio nucleo familiare è sempre stata una necessità, per tramandare ai posteri un’immagine che raffigurasse le diverse generazioni.
Chiaramente, questo desiderio di “fermare il tempo e l’attimo” nasceva da condizioni ed esigenze molto diverse di quelle di oggi, ma il ritratto di famiglia può essere definito una costante, che accompagna le nostre occasioni speciali nel tempo.
Ritratto di famiglia e selfie, non si tratta solo di status, ma di ricordi!
È noto a tutti che, anticamente, il ritratto era riservato ai grandi personaggi, sovrani, imperatori, ricchi esponenti dell’aristocrazia, con gran cura dei dettagli, dalle acconciature delle donne alla barba negli uomini, ai gioielli fino ai drappeggi dei vestiti, tutto era riprodotto con grande realismo.
Anche i ritratti di figure sacre, molto diffusi nel Medioevo, non sono mai stati solo semplici rappresentazioni fisionomiche, ma mostrano sempre uno sguardo interpretativo dell’artista sul soggetto.
Dobbiamo arrivare al Rinascimento e alla centralità che l’Uomo assume nel mondo, ed in particolar modo alla pittura fiamminga, per assistere ai primi ritratti di gruppo e di famiglia, che non rappresentano più soltanto uno status aristocratico, ma anzi, prendono piede proprio nella piccola e media borghesia mercantile.
Il ritratto di famiglia non è più una rappresentazione pedissequa, bensì il tentativo di immortalare altre connotazioni: l’ambiente, le componenti psicologiche ed emotive, le dinamiche che legano i componenti del ritratto stesso.
Sarà poi la fotografia a condizionare definitivamente il fenomeno della ritrattistica, che divenne sperimentazione di luci e colori, dell’espressione del subconscio mentale e delle visioni personali.
La fotografia, soprattutto, genera dei “ritratti immediati”, che all’artista avrebbero richiesto ore ed ore di lavoro, cambiandone completamente il ruolo e la funzione sociale.
Oggi con la complicità della tecnologia possiamo scattare centinaia di foto, selfie mossi o con i nostri cari, dai genitori, ai nonni, ai bambini, fermando ogni singolo istante dei nostri cambiamenti, della nostra crescita, delle occasioni felici in cui finalmente l’intera famiglia è riunita.
Il ritratto resta per sempre, ma il selfie? Ecco come non perdere i nostri ricordi più cari!
I selfie sono sicuramente il modo più semplice ed immediato per far rivivere il “rituale” del ritratto di famiglia. Nulla è più pratico del nostro telefonino per catturare l’istante in cui finalmente ci riuniamo, dal più piccolo al più anziano componente della famiglia.
Ma cosa succede quando le centinaia di foto che scattiamo ogni giorno si perdono nei circuiti di un vecchio device, oppure a causa di un backup mancato?
Una buona idea può essere senz’altro raccogliere periodicamente queste foto, facendole diventare anche un possibile regalo per i nostri familiari più cari, ad esempio con una Mosaic Box in cui le migliaia di scatti collezionati vanno a comporre un’unica grande foto ricordo!
Ancora, durante gli eventi speciali e le riunioni di famiglia, può essere risolutivo dotarsi di una selfie printer o addirittura di una social printer.
Ogni selfie, infatti, ha una storia da raccontare, da non dimenticare nella memoria di uno smartphone, specialmente quando si tratta della vita della nostra famiglia.
Conservare i propri selfie stampati significa poterli riguardare, confrontare o, come hanno fatto in molti, divertirsi a replicare la stessa foto con gli stessi familiari, nonni, fratelli, zii, a distanza di tempo, giocando a ripetere posizioni, abiti ed espressioni … per riscoprirci sempre gli stessi, anche con il passare degli anni!