02 Nov Fotomosaico: l’arte di comunicare messaggi ed emozioni
Scattare una foto equivale a molto più della semplice registrazione di un istante su una pellicola, una scheda di memoria o su di un telefono cellulare. Fotografare, compiere il gesto dello scatto, ha certamente un profondo legame con le emozioni e con gli stati d’animo di chi lo compie. Questo tanto più nell’epoca in cui viviamo, nella quale produrre immagini e condividerle rappresenta non solo un’abitudine diffusa, ma anche un tramite necessario per creare una precisa “identità digitale” di se stessi o del proprio brand.
Oggi, come in ogni altro tempo, lo scatto fotografico è il racconto di un preciso istante, quello in cui, materialmente, si preme il pulsante sulla fotocamera. Esiste, però, uno strumento capace di far sì che l’azione ritratta da un singolo scatto sia, invece, il risultato dell’unione di tante altre immagini: migliaia di fotografie diverse, ciascuna il racconto di un momento diverso. Si tratta del fotomosaico: da dove nasce questa tecnica? E come può essere applicata alla fotografia digitale? A cosa serve creare un mosaico digitale e come lo si può fare?Scopriamolo insieme.
Fotomosaico, frammenti di storia per raccontare con le immagini
Con l’avvento del digitale le composizioni di immagini, create utilizzando la tecnica del mosaico fotografico, sono frequentemente realizzate e utilizzate, sia a scopo decorativo che divulgativo. La tecnica del mosaico, che si è certamente evoluta all’evolversi dei tempi e degli strumenti, a disposizione senza, però, mutare la sua caratteristica, viene da lontano. Quella del mosaico è, infatti, un’arte conosciuta sin dall’antichità. Questa arte era praticata presso le civiltà antiche: egizi, assiri, persiani. I primi mosaici, realizzati con grossolani ciottoli di pietra, risalgono all’VIII secolo a.C. Furono, però, gli artigiani greci, che ne facevano largo uso per la realizzazione di strade e sentieri, a raffinare questa tecnica, utilizzando pietre di forma regolare di colori che andavano dal bianco, al grigio, al nero.
Col passare dei secoli, poi, il mosaico ha assunto una forma e una funzione sempre più precisa e rilevante. Nell’antica Roma le abitazioni in cui il mosaico trovava impiego e spazio erano quelle dei patrizi: questa tecnica era, dunque, ritenuta assai pregiata, tanto da essere usata nelle case delle classi più abbienti e negli edifici pubblici.
Questa tecnica artistica è sopravvissuta ai secoli, rivestendo ruoli differenti nella strutturazione estetica degli edifici rappresentativi nelle diverse epoche. Ed è giunta fino ai nostri giorni in cui il mosaico rivive, attraverso l’utilizzo delle tecnologie digitali applicate alla fotografia.
Mosaico digitale: un’arte nata negli Stati Uniti d’America
Come nel mosaico antico, anche la versione moderna contempla tante piccole superfici variopinte unite e combinate insieme, per dare vita a un unico “corpo”. La differenza rispetto al mosaico antico, però, è sostanziale: le tessere del mosaico moderno sono immagini a se stanti che, insieme, danno vita ad un unico soggetto con un proprio significato. Il mosaico foto è, in sintesi, una “immagine delle immagini”, il prodotto di tanti scatti, di tanti attimi che si uniscono, si replicano e generano un nuovo tempo. È il racconto di una nuova storia che è l’insieme di tante altre storie.
Il fotomosaico, ovvero, la versione moderna di questa arte ha una patria d’origine: gli Stati Uniti. Fu, infatti, l’americano Robert Silvers nel 1995, presso il Massachusetts Institute of Technology di Cambridge a determinare l’algoritmo che permise l’allineamento ottimale di un gran numero di file fotografici, fino a creare un motivo unico. Infatti, in molti paesi del mondo il fotomosaico è brevettato a suo nome. Iconiche restano alcune opere di Silvers, in particolare il ritratto di Marilyn Monroe, realizzato utilizzando migliaia di fotogrammi, e la reinterpretazione di classici dell’arte mondiale come la Venere di Botticelli e La ragazza con l’orecchino di Perla di Vermeer, sempre realizzati con la medesima tecnica.
Foto mosaico: frammenti di vita e di “imprese” da celebrare
Da quasi trent’anni, dunque, il foto mosaico rappresenta un vero e proprio linguaggio artistico, utilizzato spesso per dare una dimensione metaforica alle singole immagini, attraverso la composizione dell’immagine principale. Come nel passato, infatti, anche oggi il mosaico di foto consente agli artisti di creare un nesso figurativo tra il generale, ovvero l’immagine principale, e il particolare, cioè le tante immagini che la compongono. Eppure, al di là di ogni pretesa artistica e concettuale, creare un mosaico digitale sfruttando moderni software è, ormai, alla portata di tutti. Ed è possibile ottenere un risultato di grande effetto con diverse finalità.
Un mosaico con le fotografie può essere un regalo originale da fare in occasione di compleanni, anniversari, nascite. Le singole tessere che lo compongono potranno raccontare la vita del festeggiato e comporre il ritratto del festeggiato stesso; le singole immagini che danno vita ad un primo piano di un bimbo appena nato potranno essere, ad esempio, gli scatti fatti dalla sua mamma e dal suo papà nei nove mesi della gravidanza e così via.
Il mosaico di foto può, senza dubbio, essere anche un valido strumento di comunicazione per le imprese che vogliono documentare eventi o obiettivi relativi al proprio brand: il logo dell’azienda come immagine principale, ad esempio, potrà essere il risultato della composizione di tanti scatti realizzati con i volti di chi lavora in quell’azienda o con i fotogrammi di un evento celebrativo dell’azienda stessa.
Con Selfie Box è possibile creare mosaico foto in poche e semplici mosse, grazie all’esclusivo servizio Mosaic Box. Questo sistema è in grado di realizzare un mosaico fotografico a partire dalla tua fotografia preferita. Attraverso un apposito link, poi, sarà possibile caricare – e far caricare ad amici e parenti – le fotografie che andranno a comporre il mosaico fotografico. Se vuoi sperimentare, a questo punto, non ti resta che iniziare a creare il tuo effetto wow.