27 Lug Gioco, percezione, simulazione: experience marketing in 3 mosse
Il marketing esperienziale è una delle strategie di marketing più diffuse fra quelle di vendita di un prodotto e per la promozione del brand che lo produce. Sempre più, infatti, l’obiettivo dei brand è far sì che il consumatore, all’atto dell’acquisto, si senta al centro di un’esperienza coinvolgente. Tra i tanti esempi marketing esperienziale, oggi, ne prenderemo in esame tre. Scopriamo insieme quali sono le loro caratteristiche e quali gli ambiti commerciali più adatti al loro utilizzo.
Game box, gravity room, climb box: interagire per acquistare
Interagire con il prodotto, avere la possibilità di entrare in contatto diretto con esso e con le sue funzioni, sperimentarlo senza mediazioni: questo è sicuramente il valore distintivo che il marketing esperienziale mette a disposizione dell’utente. Gli strumenti di cui esso si serve per coinvolgere il consumatore possono essere diversi. Tra questi i più efficaci sono senza dubbio il gioco, la percezione, la performance. Tenendo conto di queste tre modalità di coinvolgimento, vediamo quale potrà essere la tipologia di esperienza d’acquisto da proporre in base al prodotto da promuovere, al contesto in cui l’esperienza si svolge e al target che si vuole raggiungere.
Game box: l’acquisto è un gioco da ragazzi
Nel momento storico che viviamo, in cui poter sperimentare un prodotto ha una incidenza determinante per il suo acquisto ancor più che l’effettiva qualità del prodotto stesso, riuscire a rendere il momento dell’approccio ad esso quanto più semplice possibile e meno mediato è una condizione di partenza essenziale.
Il gioco, in quest’ottica, rappresenta uno strumento facilitatore al fine di persuadere o di fidelizzare il cliente all’acquisto. Si chiama gamification, dall’inglese game, una delle strategie di marketing esperienziale più utilizzate proprio perché capace di fare leva su un pubblico eterogeneo per età, gusti ed estrazione sociale.
È attraverso il gioco, infatti, che si stabiliscono in maniera spontanea connessioni e legami emotivi, capaci di lasciare il segno e la traccia di una esperienza valutata come positiva e coinvolgente. La game box è un esempio di gamification assai valido, perchè versatile e, dunque, utilizzabile nei contesti e nei settori merceologici più disparati.
Ma cos’è una game box e quale esperienza d’acquisto permette di compiere? Si tratta, in sostanza, di un un totem contenente più di quindici videogames di immediata fruizione e di sicuro impatto. Il touch screen la rende assolutamente in grado di stimolare l’attenzione e la curiosità di ciascuno. Per questo la game box rappresenta lo strumento ideale da collocare in ambienti di grande fruizione come i centri commerciali ma può essere, senza dubbio, utilizzato anche in un evento di promozione tematico, come una fiera di settore o un open day aziendale. Una volta stabilitosi il contatto tra il cliente e il prodotto, proposto in una modalità di facile accesso, dal gioco all’acquisto il passo sarà breve.
Gravity room: lo spazio dell’ acquisto
È lo spazio il “luogo” in cui si compie la nostra vita ed è la sua percezione a stimolare il nostro cervello a compiere un’azione, attraverso una serie di segnali, stimoli e informazioni che tutti siamo in grado di recepire più o meno intensamente. Ne consegue che la percezione di uno spazio, e della realtà che viviamo all’interno di esso, ricopre un ruolo determinante nella capacità di scelta di ciascun individuo. Utilizzare la percezione dello spazio come tramite di esperienza di un determinato prodotto, al fine di influenzarne l’acquisto è sicuramente una strada da percorrere, nella proposta di esso e delle sue caratteristiche. Ma quale è lo strumento di experience marketing più corrispondente a tale esigenza? Di certo la gravity room, capace di interessare clienti sempre nuovi alle funzioni e alle caratteristiche del prodotto da presentare.
In un ambiente a tema, la cui disposizione degli arredi avviene secondo una logica mirata a rendere più facile e immediata la sperimentazione del prodotto stesso, il cliente potrà toccarne con mano le peculiarità. E vivere un’esperienza del tutto immersiva e indimenticabile. Un’esperienza di cui potrà anche conservare il ricordo, grazie all’inserimento all’interno della room di un photo booth, per scattare fotografie ad alta risoluzione e, perchè no, condividerle sui propri canali social.
Climb box: il marketing esperienziale diventa “performante”
Immedesimarsi in un contesto nuovo e inusuale e, per questo, divertente. Essere protagonisti, attraverso la simulazione di un gesto o di una performance, di un’avventura inedita da fermare attraverso le immagini. Sono queste le opportunità offerte da un altro esempio di marketing esperienziale che prenderemo in esame in questo articolo: la climb box. Questo strumento permette una interazione tra i clienti e il prodotto, mediante la simulazione di attività strettamente legate al brand che lo produce, anche ispirate ai valori aziendali.
Con uno speciale pannello come sfondo, il cliente potrà virtualmente cimentarsi in un’attività insolita e di grande impatto per sé e per chi guarda: la sua performance sarà immortalata in un suggestivo scatto che potrà essere utilizzato dall’azienda in questione anche per stabilire altre occasioni di contatto con cliente. La promozione di un contest da votare on line, attraverso i canali social aziendali, così da ampliare il pubblico, può costituirne una di sicuro successo.
Che avvenga attraverso l’azione, la percezione o la simulazione, l’esperienza di acquisto come abbiamo visto dovrà essere coinvolgente per poter creare con il cliente un rapporto duraturo che possa condurre anche, nel tempo, alla sua fidelizzazione.