27 Mar Marketing esperienziale: che cos’è e perché è così in voga
Nell’era del marketing digitale, parlare di esperienza può sembrare anacronistico. Eppure, sempre più spesso, si sente parlare di marketing esperienziale. Una strategia che pone al centro l’aspetto esperienziale dell’acquisto e dell’utilizzo del prodotto, per lasciare all’utente un ricordo più piacevole del prodotto e, in ultima analisi, del brand stesso. In questo articolo, quindi, daremo la definizione di marketing esperienziale e qualche esempio di utilizzo.
Il marketing esperienziale: fare brand attraverso l’esperienza
I mercati oggi stanno vivendo una vera e propria rivoluzione: da un lato, la globalizzazione sta conducendo verso l’omologazione dell’offerta di prodotti; dall’altro, anche inconsciamente, gli utenti diventano sempre più evoluti e cercano prodotti sempre nuovi, capaci di evocare esperienze innovative. Esperienze che, alla luce di quanto detto, non riguardano più il prodotto in sé, ma tutto ciò che concerne l’acquisto e il suo utilizzo. Ecco, dunque, che le aziende sono chiamate a trasformarsi in veri e propri produttori esperienziali, capaci di fornire emozioni nuove e sempre più coinvolgenti. Tutto questo è quello che si definisce marketing esperienziale: una nuova strategia di marketing – si tenga comunque presente che queste teorie furono formulate già nel 1999 – che affianca al bene o al servizio tangibile un’esperienza capace di restare nella memoria del consumatore. Esiste un solo tipo di marketing esperienziale? Approfondiamo questo aspetto.
Le quattro esperienze del marketing esperienziale
Nella vita di tutti i giorni, ciascuno di noi fa numerose esperienze: in alcune di esse siamo attivi, cioè contribuiamo attivamente a quell’esperienza, e in altre siamo invece passivi, cioè “subiamo” quell’esperienza. In un caso o nell’altro, se l’esperienza è sufficientemente forte, essa può restare impressa nella nostra memoria fino a mutare persino i nostri comportamenti. Il marketing esperienziale non fa altro che confezionare esperienze che, essenzialmente, possono essere di quattro tipi:
- esperienza di intrattenimento: in questo genere di esperienza, l’individuo è passivo e vive il momento assorbendo gli stimoli esterni attraverso i propri sensi; è l’esperienza che si vive, per esempio, quando ascoltiamo un brano musicale;
- esperienza educativa: com’è facilmente intuibile, attraverso questo tipo di esperienza, l’utente assiste passivamente a questa esperienza, partecipandovi attraverso la propria mente; è il tipo di esperienza che si prova quando si partecipa ad una sessione formativa;
- esperienza estetica: è quel tipo di esperienza che si vive quando l’utente si immerge completamente all’interno della situazione, alla quale vi partecipa passivamente attraverso i propri sensi; è il caso in cui, per esempio, partecipiamo ad una mostra;
- esperienza di evasione: questa è l’esperienza più coinvolgente, perché è quella alla quale l’utente, completamente immerso in essa, partecipa attivamente; per esempio, è quanto avviene quando ci scattiamo una fotografia con il photo booth.
È chiaro, quindi, che ciascuna di queste situazioni – anche quelle dove l’utente partecipa passivamente – può essere migliore di un semplice spot pubblicitario. L’utente stesso, attraverso la propria emotività, diventa parte del branding aziendale.
Esempi di marketing esperienziale
Negli ultimi anni, un esempio particolarmente diffuso di marketing esperienziale è, come detto, quello legato al photo booth. La scelta di questa tecnologia, infatti, ha un duplice impatto sugli utenti: sia per quanto riguarda l’esperienza di acquisto, sia per ciò che concerne il post-vendita.
Per quanto riguarda la prima fase, quella dell’esperienza d’acquisto, il photo booth ha una forte azione attrattiva. Le persone, anche in contesti dove apparentemente è difficile attirare l’attenzione, vengono catturati dalla possibilità di scattarsi una fotografia, che riceveranno poi stampata. È in questo frangente che il brand, forte dell’esperienza positiva che l’utente sta vivendo, può inserire il proprio messaggio commerciale, qualunque esso sia.
Terminata questa fase, l’esperienza che offre il photo booth prosegue anche quando l’utente si è allontanato. Grazie alla condivisione della fotografia sui social network, infatti, l’esperienza dell’utente proseguirà anche successivamente. Tutto questo, quindi, regala un’esperienza piacevole all’utente, di cui – anche inconsciamente – ne terrà conto in futuro.
Quella del photo booth, chiaramente, è solamente una delle possibilità offerte dal marketing esperienziale, ma tanti altri hanno la stessa funzione: gravity box, climb box e molti altri ancora. Non vi resta che scoprirli, per dare alla vostra azienda una marcia in più.