06 Lug Selfie 0.5, brutti ma virali! Come si sta evolvendo il solito “autoscatto”?
Se sia l’evoluzione della tecnologia a determinare nuove mode o se sia invece l’evoluzione della moda stessa a influenzare il percorso della tecnologia è un po’ come la vecchia storia dell’uovo e della gallina.
Sicuramente gli smartphone e i nuovi tools che abbiamo tutti i giorni tra le mani aprono, più o meno accidentalmente, sempre nuove possibilità che determinano tendenze e componenti estetiche, specialmente nelle immagini.
L’arrivo dell’obiettivo grandangolare nelle fotocamere dei nostri cellulari, non di certo una novità nella storia della fotografia, ha sdoganato un utilizzo inedito e molto pop dell’ultra-obiettivo: il selfie 0.5, ovvero il selfie grandangolare!
GEN Z E SELFIE GRANDANGOLARE, QUANDO UNA GENERAZIONE INVENTA UNA TENDENZA
Sempre più liberi dalle regole patinate di Instagram, i giovani della Gen Z sono i veri sperimentatori del linguaggio del selfie.
Nonostante la famosa impostazione 0.5 nella fotocamera dei nostri cellulari esista già da qualche anno, è solo di recente che i classici selfie, da soli o in compagnia, vengono realizzati con l’obiettivo ultra-angolare. Il selfie 0.5 prevede un’apertura del diaframma dell’obiettivo maggiore che ingrandisce il campo visivo, riducendo la cosiddetta profondità di campo.
La messa a fuoco ravvicinata produce, di conseguenza, un ritratto distorto della persona o delle persone in primo piano nel selfie, un effetto «Bokeh» che deforma i volti e sfoca lo sfondo.
Se è così, allora perchè questi selfie, oggettivamente brutti, sono diventati così virali tra i ragazzi della Gen Z?
Autoironici e buffi, i selfie 0.5 sono il manifesto di una generazione che vuole prendere le distanze del passato, che vuole sentirsi libera dal dictat del selfie perfetto che spesso imprigiona i social network.
SELFIE 0.5: IL SELFIE DIVENTA SPONTANEO, CASUALE E ANTICONFORMISTA
Nessun filtro, nessun ritocco, nessun accorgimento nella postura e nelle espressioni: il selfie della Gen Z è spontaneo, vero, autentico, un modo per non essere più appiattiti ad un modello che ci vorrebbe tutti uguali, aderenti a canoni estetici spesso “aiutati” da manipolazioni successive dell’immagine.
La Gen Z utilizza il selfie non più come strumento di autocompiacimento, ma come presa di posizione, che prende le distanze dal conformismo estetico e visivo di cui la moda è ancora tanto impregnata.
Il selfie non è più uno scatto che deve essere ripetuto, controllato e ricontrollato all’infinito finché non siamo certi di essere al meglio delle nostre possibilità, ma spesso è determinato dalla casualità e dalla spontaneità del momento, senza forzature.
Il selfie inizia a sganciarsi dal gesto compulsivo e vanitoso per diventare un manifesto di libertà, di essere liberi di mostrarsi semplicemente come si è o, meglio ancora, come una caricatura di sé stessi. Per imparare a non prendersi troppo sul serio!